Furtivi., fanfic Naruto

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CillyScarlet
view post Posted on 27/2/2011, 14:13




Allora vi presento la mia prima Song fic (riveduta e corretta), della quale vado veramente molto fiera. Anticipo che è veramente difficile che scriva fic riguardanti personaggi principali di manga perché sono convinta che la loro psicologia e storia sia già stata trattata fino all'inverosimile, quindi preferisco i personaggi secondari.
Ad ogni modo questa fic riguarda Anko Mitarashi e Tenzo coppia che trovo meravigliosa...
Come al solito ritratto, questa fic è diventata una mini raccolta di song-fic, due per l'esattezza, il motivo è che non mi bastava un solo punto di vista ma ho sentito una forza irrefrenabile che mi spingeva a scrivere anche il punto di vista di Anko. Allora, ho modificato anche il titolo, che non trovo molto adatto ma era l'unica cosa che mi veniva in mente, se avete idee migliori sparate.
La prima delle due, intitolata "rimango solo", affronta esclusivamente il rapporto dei due dal punto di vista di yamato (o tenzo se vi piace di più) con un episodio in particolare. La canzone di sfondo è "sono gia solo" dei modà
Ovviamente la seconda è il punto di vista di Anko, anche se si sofferma molto a pensare al passato. Intitolata "Ondeggiare, metaforicamente" perché vive di emozioni fortemente contrastanti, da qui ondeggiare e da qui la canzone che ho usato "Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi"... spero vi piacciano come è piaciuto a me scriverle e se volete lasciare un commento sarò veramente felice di leggerlo!!!^^ grazie e buona lettura!!!

Rimango solo:
SPOILER (click to view)

Rimango Solo.


Lei è fredda, cinica, nasconde la sua sofferenza dietro ad una maschera fatta di finto sadismo, iperattività e sarcasmo.
E' impaziente.
Vuole tutto e subito, vuole me subito.
Non riesco a decifrarla, non capisco esattamente cosa si aspetti, cosa voglia da me.
Non capisco se mi usa soltanto per dimenticare, anche solo per un attimo, il suo dolore, il suo passato o se in realtà cerca in qualche modo di legarsi a qualcuno... a me.
Viene a casa mia, di notte, quando sono solo e vulnerabile.
Entra dalla finestra, come uno spirito che brama tormentare il mio sonno.
Per poi raggiungermi nel mio letto e farmi suo, completamente suo.




Troppa luce non ti piace
godi meglio a farlo al buio sottovoce
graffiando la mia pelle
e mordendomi le labbra
fino a farmi male, bene
senza farmi capire
se per te è più sesso o amore...




Vedo i suoi occhi illuminarsi, sento il suo cuore scaldarsi un poco, lo ascolto attentamente mentre batte all'unisono con il mio.
In quei momenti mi sento in grado di riuscire a liberarla dal peso che le grava sulle spalle
Ma poi finisce tutto.
Vedo i suoi occhi perdere di nuovo quella luce, la speranza.
La osservo mentre cerca di nasconderlo con un sorriso sarcastico.
Non le riesce bene. Non le è mai riuscito bene.
E' ancora sdraiata nel mio letto, ma mi da le spalle.
Guardo attentamente la sua schiena nuda, è bellissima.
Dalla mia posizione riesco a vedere bene il marchio che le ha lasciato sulla pelle e nell'anima; come vorrei avere la forza e le capacità per portarglielo via, per portarle via tutto il suo dolore una volta per tutte.
Invece riesco solo ad illuderla, ad illudermi, o meglio ad illuderci per una frazione insignificante di tempo, che il suo passato sia solo un incubo che la perseguita, che sia un dejavu di una qualsivoglia vita passata, che sia solo una delirante allucinazione.
Non basta.
La notte avvolge ancora Konoha quando lei si alza, quando ha deciso di andarsene.
Come sempre.




….Poi fuggi, ti vesti, mi confondi
non sai dirmi quando torni
e piangi, non rispondi, sparisci
e ogni quattro mesi torni
Sei pazza di me come io lo son di te (?)


Questa volta non voglio lasciarla andare.
La tengo per il braccio, si ferma e rimane immobile, sempre di schiena.
Non si gira, ma so che le lacrime stanno rigando il suo volto e lei è troppo orgogliosa per darmene la certezza.
Mi alzo. L'abbraccio.
Appoggio il mio volto sulla sua spalla sinistra, voglio sentire ancora il suo respiro.
Voglio sentire ancora il suo cuore battere con il mio
Le bacio il collo.
La sento vivere tra le mie braccia.
Rimango spiazzato, la sua testa pendente verso il basso, senza forze, sento le sue lacrime calde bagnarmi le mani.
Le sue dita si aggrappano alle mie, cercano conforto, calore, comprensione.
Forse sono l'unico che può darle ciò, del resto il nostro passato, per certi versi, si somiglia.
Posso comprenderla.
Le sussurro qualcosa all'orecchio.


Resisti, non mi stanchi
mi conservi sempre dentro ai tuoi ricordi
e poi brilli, non ti spegni
ci graffiamo per non far guarire i segni
e sei pioggia fredda
sei come un temporale di emozioni che poi quando passa
Lampo, tuono, è passato così poco e son già solo.


Ondeggiare, metaforicamente.
SPOILER (click to view)

Ondeggiare, metaforicamente.


La notte mi spaventa, la solitudine mi spaventa, la sua assenza mi spaventa.
Fingo deliberatamente di essere forte, ma non lo faccio per gli altri, lo faccio per me, per autoconvincermi che nulla può scalfire la corazza di diamanti che mi sono costruita.
In realtà è fatta solo di flebile carta pesta che può essere distrutta da una semplice pioggerella primaverile;
e la terribile tempesta che ho dentro la squaglia come fosse neve al sole.
Tutto per colpa di un uomo.


Dove vai quando poi resti sola
il ricordo come sai non consola
Quando lui se ne andò per esempio
Trasformai la mia casa in tempio


Ma non voglio pensare a lui.
Lui è il passato, un passato doloroso, oscuro, costruito su un ombra e da un ombra.
Un ombra che sebbene non mi segua più fisicamente da molto tempo, mi tormenta nella testa in ogni istante della mia vita, dalla quale non riesco a fuggire nonostante ci provi con tutta me stessa.
Per cercare di scappare, esclusivamente dalla mia mente, vado da lui.
Un altro uomo.
L'unico al quale sono riuscita vagamente ad appoggiarmi attraverso silenzi e anche da lui continuo implacabilmente a fuggire.
Perché?
Perchè è la mia convinzione di vivere una vita da dannata, destinata ad essere perseguitata dal terrore dell'abbandono con l'inesorabile conseguenza della mancanza di coraggio nel legarmi a qualcuno, che non mi lascia scampo.
Non voglio soffrire ancora.
Dopo notti di sesso, che continuo ostinatamente a definire tali, benchè sappia bene che non siano solo notti di sesso, fuggo, sempre, controllata dal terrore della sofferenza.
Fobia, e come tale, incontrollabile.
Questa volta però è diverso, sono entrata nel suo letto e lui è stato in grado di spegnermi, già.
Non era mai successo, ha spento i miei pensieri e mi sono sentita libera, solo per un misero istante, ma la mia mente era vuota in balia di lui, dei suoi profondi occhi, del suo sorriso sensuale, del calore che emanava.
Ne è valsa la pena.
Sì, anche se il ritorno alla realtà è stato violento come un uragano che si abbatte su una montagna.
Per questo mi sono allontanata, per questo volevo fuggire ancora, ma lui non me l'ha permesso.
È stato in grado di capirlo e mi ha fermata, mi ha trattenuta con una mano, mi ha abbracciata.
Io piangevo e il mio incredibile orgoglio non voleva permettergli di saperlo, per questo non ebbi la forza di girarmi e rimasi di schiena.
Mi vergognavo della mia debolezza.
Io, che ho sempre cercato di non essere debole, di non mostrare le mie emozioni, di non piangere nemmeno da sola, sono crollata.
Sentivo la sua fronte appoggiata alla mia spalla e le sue mani che lente sfioravano il mio collo, le mie braccia, le mie dita, per poi infine intrecciarsi alle mie.
Questa volta il mio istinto è stato più forte del mio orgoglio.
Ho perso quel controllo, sempre così opprimente, e sono entrata in una condizione di abbandono.
La mia testa si era appesantita talmente tanto che il mio collo non poteva più sostenrla, e le lacrime iniziarono a scorrere, come un fiume in piena, ma silenziosamente.
Sentivo le forze abbandonarmi.
Istintivamente mi sono stretta al lui, ascoltavo il suo respiro all'unisono con il mio, la sua barba appena ispida graffiarmi leggermente il viso.
In quel momento mi resi finalmente conto che non ero sola, che lui era presente nella mia vita, che poteva appoggiarmi, capirmi, perché anche lui, come me, ha avuto un passato difficile e che l'ombra che ha offuscato il mio passato è la stessa che ha condizionato il suo futuro.
Poi il suo respirò cambiò tramutandosi in parole, sospirate.
Per la prima volta mi sono sentita al sicuro.


Come può uno scoglio
arginare il mare
anche se non voglio
torno già a volare
Le distese azzurre
e le verdi terre
Le discese ardite
e le risalite
su nel cielo aperto
e poi giù il deserto
e poi ancora in alto
con un grande salto


Edited by CillyScarlet - 19/3/2011, 15:56
 
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view post Posted on 27/2/2011, 14:33
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non è male ^^ brava Cilly continua così ;)
 
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CillyScarlet
view post Posted on 27/2/2011, 18:54




grazie mugi, sono contenta che ti sia piaciuta! poi posterò anche le altre... anche se a mio avviso questa è la migliore che ho scritto, forse perché ritrovo anche una parte di me stessa....
 
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view post Posted on 27/2/2011, 19:05
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;) le leggerò con molto piacere..spero tu abbia letto la mia ^^
 
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ç_____________________________ç ma è commovente *si asciuga le lacrime e scoppia a piangere* complimenti Cilly,ottimo lavoro ç____ç
 
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CillyScarlet
view post Posted on 19/3/2011, 16:03




ora capisci perché mi sono depressa mentre la scrivevo??? ^^
 
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view post Posted on 19/3/2011, 16:21
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assolutamente ç___ç
 
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