Posts written by ciaruz

view post Posted: 3/10/2011, 14:13 Wehilà!! - Benvenuti
benvenuto pain, io ti conosco e so che sei un dannato interista :shifty:
view post Posted: 25/9/2011, 20:08 salve a tutti - Benvenuti
ahhh ok capito.. è che c'era un altro francesco :D
view post Posted: 19/9/2011, 01:21 Ci sono anch'io - Benvenuti
ebbene si.. the monkey is here, prepare to the jungle party!!!
:awebal: : :awebal: : :awebal: :

:D:: :ù_ù:
view post Posted: 17/9/2011, 16:26 Piccoli frammenti d'insonnia - Fan ART & Fan Fiction
CITAZIONE
L’acqua scorre lenta e zampilla come un piccolo fiume che sfocia in un oceano.
Sotto di essa vi sono io che soffro in silenzio data l’alta temperatura di essa, la stanza è ormai umida e il vapore regna sovrano.
Vapore che offusca tutto, anche i miei pensieri, eh già, alla mia tarda età ho la mente annebbiata perché sono ormai stanco di pensare.
Ho sforzato la mente troppo a lungo per tentare di capire e risolvere i miei problemi e ho finito col perder tempo a pensare piuttosto che vivere davvero la mia vita.
Ora sono qui, triste e solo, in uno squallido bagno a torturarmi con acqua bollente.
La mia flaccida pelle è ormai troppo debole per resistere a lungo e perciò son costretto a chiudere l’acqua e uscir di fretta dalla doccia.
Prendo l’asciugamano che è adagiata al lavandino e con essa mi accingo ad asciugarmi il corpo esile.
Quando tutto questo rituale si è concluso, passo una mano sul vetro per togliere l’alone che vi si è formato col vapore acqueo.
Nello specchio vedo il riflesso di un uomo, un uomo stanco e provato dalle rughe.
Ma chi è davvero quell’uomo? Non sono io? Io non sono quello lì, chi lo conosce! Esci via dal mio specchio dannato impostore e fammi vedere la mia immagine riflessa! Per quanto io possa insistere l’immagine nello specchio non fugge, resta lì, ferma, a fissarmi con occhi di ghiaccio e lentamente sento cadere una goccia sul viso. All’inizio penso come uno stolto che sia acqua che scende dai capelli ma successivamente le goccie aumentano e vedo l’immagine riflessa piangere a dirotto come un bambino che si è appena fatto male.
Che ti succede riflesso? Perché piangi?
L’uomo non parla ma con lo sguardo sembra voler dire, guardati in faccia, io sono te!
Eh già, è proprio questa la triste realtà. A chi voglio darla a bere, guardatemi come sono ridotto! Un povero pazzo che parla da solo contro uno specchio. Purtroppo per me non ho altri con cui parlare, sono rimasto solo.
Non ho amici né famiglia, vivo una vita insignificante e allora perché sono ancora qui? Perché non cesso immediatamente questa tortura? D’altronde morire non è una cosa innaturale, lo è vivere senza uno scopo ed è quello che sto facendo.
Che fine hanno fatto i miei sogni e le mie ambizioni del passato? Svanite, come il vapore che si è diradato lentamente. E le innumerevoli donne di cui tanto mi vantavo da giovane di aver conquistato? Solo contenitori vuoti e privi di anima e per questo svanite anche quelle.
Ora che sono qui a riflettere sul passato mi chiedo perché, perché sono arrivato fino a questo punto? Come mai mi ritrovo a parlar da solo in un abitacolo cupo e angusto?
La risposta è semplice ed è per questo che non ci sono mai arrivato, per questo e per il mio troppo orgoglio.
Ora però ho smesso di pensare e di conseguenza posso arrivare alla conclusione, ho trovato una risposta perché non la stavo cercando. Lo so sembra banale ma è così. La vita è un turbine di emozioni contrastanti che ti colpiscono quando meno te lo aspetti. Non è semplice come molti vogliono farti credere, non è come nei film in cui il buono vince e il cattivo perisce.
Qui nella vita reale vince chi lotta, non importa da che parte stai, devi stringere i denti e lottare fino alla fine come un gladiatore dell’antica Roma!
Io sono sempre stato un codardo, preferivo nascondermi dietro a un dito e giustificarmi in ogni occasione ed è per questo che mi ritrovo qui.
Ma non è ancora finita, no. Non devo arrendermi cazzo!
Tiro un pugno al vetro e lo frantumo in mille pezzi, addio cara immagine riflessa, ormai non esisti più! Ahahah pensavi che non mi sarei mai sbarazzato di te e invece, ancora una volta avevo la soluzione a portata di mano ma ero troppo impegnato a guardare altrove.
Ora so quello che devo fare e la mia anima risorge come una maestosa fenice dalle ceneri ardenti. Ho smesso di lasciarmi trascinare dal fato muovendomi con inerzia.

E Ciaruz torna a scrivere dopo mesi di stop lasciandovi una piccola storiella improvvisata al momento.
Sia complimenti che critiche son ben accetti, gli uni perchè mi fa piacere e gli altri per aiutarmi a migliorare ;)
view post Posted: 17/9/2011, 16:25 Piccoli frammenti d'insonnia - Fan ART & Fan Fiction
CITAZIONE
“Driiin, driiin, driiin” mi sveglio di scatto da un sonno irrequieto e noto il telefonino che sta suonando sulla scrivania del mio ufficio, mi è arrivato un messaggio, maledette compagnie telefoniche che rompono con le loro pubblicità.
Ma che ora è? Oh, cazzo son già le 19.00 mi devo essere addormentato sulla pratica, sistemo le ultime scartoffie, le infilo alla rinfusa nella mia valigetta 24 ore e mi avvio verso l’uscita.
Chiudo la porta alle mie spalle e mi dirigo verso casa, fuori c’è la nebbia, i rumori delle macchine sono attutiti e il silenzio domina.
Milano è silenziosa e la luce dei lampioni arriva fioca sulla strada e non riesce ad illuminarla. La città sembra scomparsa avvolta in un velo sottile e grigio.
Quand’ero piccolo adoravo la nebbia, era come se mi trovassi in una sorta di paese incantato avvolto da un incredibile alone di mistero, ah com'ero fantasioso un tempo. Ora invece sono cambiato e vivo la vita con più cinismo.
Prendo dalla tasca il mio pacchetto di sigarette e mi accingo ad accendermene una, adoro fare lunghe passeggiate mentre fumo le mie Lucky Strike. Intorno a me vedo un sacco di persone nervose, ferme per il traffico per colpa della nebbia. Alzo il bavero della mia giacca e mi avvio frettolosamente perché la nebbia ormai si sta “impadronendo” della città.
Eccomi a casa, infilo la chiave nella serratura ed entro nel mio appartamento, piuttosto piccolo per una persona appartenente al mio ceto sociale ma da quando son rimasto solo ho preferito trasferirmi qui, non riuscivo più a vivere nella mia vecchia casa, troppi ricordi mi ossessionavano ogni volta che ci entravo.
Dopo aver chiuso la porta alle mie spalle poso a terra la 24 ore e mi lascio cadere sulla poltrona in pelle, mi abbandono nei miei pensieri quando d’un tratto noto una vecchia foto impolverata sul mobiletto del salone.
Mi alzo dalla poltrona e vado a prendere quella foto, ci soffio un po’ su per cercare di pulirla al meglio e non appena capisco di che foto si tratta, non riesco a trattenere le lacrime che cadono giù come gocce di pioggia.
Eccoci lì, tutti e tre, com’eravamo felici, una famiglia perfetta come quelle che si vedono nelle pubblicità, sembrava che nessuno potesse rompere quell’equilibrio, che nessuno potesse toglierci quel sorriso ma nella vita tutte le cose belle prima o poi devono finire, e finì proprio quella maledetta sera di un anno fa…
Proprio come oggi era la vigilia di Natale ed io avevo finito tardi di lavorare Venice , mia moglie, assieme alla nostra piccola Emily mi vennero a trovare sul posto di lavoro e insieme ci dirigemmo in macchina verso casa.
Anche quella sera c’era la nebbia ed io mentre guidavo notai il volto angelico della mia bambina che sembrava come rapita da quello spettacolo, io mi distrassi un attimo e rimasi a guardarla dallo specchietto, quella distrazione mi fu fatale, una grossa autovettura scura che si muoveva ad alta velocità si scontrò contro la nostra auto e finimmo a sbattere contro una vetrata, soltanto io sono sopravvissuto, perché soltanto io? Perché loro non si sono salvati? Può il destino essere più crudele di così? È da un anno ormai che continuo a ripetermi queste domande, ma un giorno ci riuniremo tutti e tre e torneremo la famiglia felice.
“Driiin, driiin, driiin” ancora quelle maledette compagnie telefoniche? Ah no è un promemoria: “è quasi ora” come se potessi dimenticarmene, è da mesi che ci penso ormai.
Mi avvicino alla scrivania, apro il cassetto e ne estraggo la mia beretta m9, do un ultima occhiata al mio orologio, bacio la foto “ci rivedremo presto” punto la pistola alla tempia e premo il grilletto. Lascio per sempre questo mondo per ricongiungermi alle persone che amo. Addio.
Giovedì 24 dicembre 2009 alle ore 19.45 muore nel suo appartamento un uomo triste e solo.
Mercoledì 24 dicembre 2008 alle ore 19.45 muoiono in un incidente d'auto moglie e figlia di quell'uomo.

ecco la mia seconda storia della serie "piccoli frammenti d'insonnia" anche questa piuttosto triste...
view post Posted: 17/9/2011, 16:24 WOLF - Fan ART & Fan Fiction
Ho deciso d mettere il mio pseudo-libro e siccome ho preso spunto da wolf's rain ho deciso d metterlo in qst sezione poichè alla fine è una fan fic XD

Capitolo 1



CITAZIONE
Ci trovavamo tutti in Germania per una gita di classe, erano secoli che non facevo una gita seria con tutti i miei compagni di classe e quella gita sarebbe stata un’esperienza indimenticabile…
Dovevamo visitare la famosissima Foresta Nera ed eravamo tutti molto eccitati all’idea di visitare un posto così meraviglioso, tutti tranne Venice.
Venice era una ragazza molto carina con un gran bel fisico, era alta poco più di me con degli splendidi occhi azzurri e scintillanti capelli biondi come il sole, sul volto aveva piccole lentiggini che le davano un aspetto ancora più dolce; insomma era la ragazza più carina della scuola e a me piaceva tantissimo solo che aveva un piccolissimo difetto; lei non era una ragazza molto sveglia, il classico esempio di barbie senza cervello e come se non bastasse se la tirava molto.
Comunque a lei non piaceva molto l’idea di inoltrarsi in una foresta, magari aveva troppa paura di sporcarsi le scarpe, fatto sta che durante tutto il viaggio non fece altro che lamentarsi e nessuno di noi riusciva a sopportarla però, siccome era molto carina la maggior parte di noi sembrava non farci caso e si limitava ad assecondare tutto quello che diceva lei.
Dopo molte ore di viaggio finalmente arrivammo alla foresta nera, un luogo davvero fantastico e all’apparenza infinito, ci trovavamo di fronte ad una delle tante meraviglie di questo mondo, una fitta schiera di alberi che le davano un aspetto ancora più tetro e misterioso.
Lì ci aspettava la guida, una giovane bavarese bionda con i capelli ricci che doveva essere molto esperta e conoscere a fondo quella grande foresta.
Guida: Mi raccomando ragazzi non disperdetevi restate sempre uniti poichè questa foresta è molto fitta ed è facile perdersi
Tutti in coro: non si preoccupi siamo grandi e responsabili ormai
Guida: bhe non ne ho dubbi però siate cauti lo stesso
Insomma ci incamminammo quando a un certo punto....
Ragazzo: ehi scusate dov'è Venice?
Ragazzo2: non lo so era qui un attimo fa
Io: di cosa state parlando?
Ragazzo:Venice è sparita non la ruisciamo più a trovare
Io:che cosa???? come sarebbe è scomparsa?? dai smettetela di prendermi in giro, non penso sia stata così stupida da andarsene da sola, o forse si?
Non so perchè ma un lampo mi attraversò la mente e dopo aver notato che Venice non c'era davvero mi gettai di corsa nella foresta senza pensare alle conseguenze nè senza sapere dove stavo andando sentendo l'eco delle voci dei miei compagni che si allontanavano sempre più...

ok k dire il primo capitolo è finito....cm fumetto nn rende molto diciamo k preferivo il testo scritto tipo libro XD
se v piace potrei postare ank i prox capitoli sennò lo prometto chiudo qui XD

P.S. cmq x la cronaca il protagonista è uguale a quello del mio avatar :)

Capitolo 2


Uno strano incontro


CITAZIONE
Ed eccomi lì,disperso nella foresta.. le voci dei miei compagni erano già sparite da molto tempo ormai non so nemmeno quanto, avevo perso la condizione del tempo e cominciavo a sentirmi addosso la stanchezza e il fiato corto
"VENICEEEE!!DOVE SEI???!" cominciavo a urlare a squarciagola ma senza sentire nessuna risposta
mi stavo preoccupando sempre di più e il mio tono di voce diventava sempre più angosciante, stavo quasi per arrendermi al destino quando finalmente la vidi.
Era lì, seduta per terra con la schiena poggiata ad un albero e si stava limando le unghie, appena vidi quella scena un forte sentimento d’ira arse dentro di me e, ormai sfinito, cominciai ad urlarle in faccia:
Io:"Ma che cazzo ci fai lì seduta??!!"
Venice:"Come, non vedi? Sei cieco per caso? Mi sto limando le unghie"
Io:"Ma ti rendi conto di quello che hai fatto?? Eravamo tutti in pena per te, io son corso fino a qui senza sapere dove andavo per venirti in aiuto e tu te ne stai lì tranquilla???"
Venice:"Te l'ho chiesto?"
Io:"Vabbè senti fai come ti pare, comunque fossi in te non starei qui da sola, non hai sentito la guida?"
Venice:"Si mamma va bene faccio la brava, non accetto caramelle dagli sconosciuti, ma chi ti credi di essere? Non ho certo chiesto il tuo aiuto me la posso cavare benissimo da sola e poi, se proprio vuoi saperlo, non ne potevo più di quella stupida guida e di voi banda di calascioni, per questo me ne son venuta qui"
Io:"Vabbè senti ammazzati fai quello che vuoi io torno dai nostri compagni tu rimani pure lì a limarti le unghie"
Venice:"Ancora qui sei? Vedi di andartene e veloce pure che già mi hai stancato"
A quel punto non ne potevo più delle sue solite lamentele e me ne andai lasciandola sola seduta vicino a quell’albero.
Ero troppo arrabbiato per starla ad ascoltare e me ne andai vagando solo per la foresta quando, improvvisamente, sentii un urlo femminile molto familiare, era proprio lei che chissà per quale motivo si mise a urlare.
Io:"Oh si sarà spezzata un unghia...poverina...o forse si è sporcata la scarpa col fango sta rebbusciata..."
Volevo lasciarla sola ad urlare ma siccome sono troppo buono di cuore e temevo fosse seriamente in pericolo, decisi di correre incontro a quello strano grido.
Ed eccola lì di fronte a me, in piedi tremolante e pallida in volto come se di fronte a lei, di fronte a quegli occhi celesti, ci fosse un fantasma o un essere davvero terrificante.
Io:"Ma che ca.. sta succedendo?? Perchè diavolo ti sei messa a urlare?"
Venice:"uu...u...u..n...n....ll....ll....l...u....p...p...o"
Io:"Eh?! Calmati e smettila di tremare e dimmi cosa diavolo sta succedendo."
Venice:"G...u...a...rd....a...là!"
mi disse indicando qualcosa di fronte a lei, e fù lì che mi voltai e capì qual'era la causa del suo urlo.....

Capitolo 3


Scontro mortale?


CITAZIONE
Di fronte a lei c’era infatti un enorme animale dal pelo bianco e irsuto che scrutava la ragazza con due enormi occhi gialli pronto a saltarle addosso per divorarla e lei era troppo spaventata per potersi muovere.


Io: Venice scappa!! corriii!!!
Venice: I..io non riesco a muovermi...
Io:Cazzo Venice vuoi che ti mangi? scappa!!
Venice: e tu poi che fai? se io corro m'insegue e ci sbrana tutti e due
Io:ah non lo so.. qualcosa mi invento....
Occorreva fare qualcosa e anche in fretta ma quell’enorme bestia era troppo forte anche per me e se mi fossi fatto notare in qualche modo mi avrebbe senz’altro divorato, non potevo però lasciare Venice ad affrontare da sola un pericolo così grave e allora come al mio solito agii d’impulso.
La bestia balzò all’improvviso e stava per ucciderla ma io non potevo permetterlo e con uno scatto gettai la ragazza a terra e cominciai una dura lotta contro l’animale.
La brama di sangue umano poteva quasi essere toccata, quando le enormi fauci della belva penetrarono nel mio braccio sinistro. Sentivo un dolore acuto ma non potevo arrendermi e allora disperato scagliai la bestia lontano con un veloce gesto del braccio.
Veloce come un lampo, la creatura sfrecciò verso di me. Un forte desiderio di uccidere lampeggiava nei suoi occhi ma non so come, riuscii a contrastarla e la scagliai nuovamente a terra.
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il lupo nn è così però l'immagine rendeva di brutto XD

Ringhiando la bestia cominciò a circondarmi e a stringere sempre più il cerchio e all’improvviso mi attaccò. Prima che io me ne accorgessi, la belva m’inflisse un’altra nuova ferita al braccio sinistro, ormai ero sfinito ma continuavo lo stesso a lottare finché, dopo una dura lotta, riuscii a scagliare la belva violentemente contro un grosso albero e la vidi scappare tra gemiti e urla con la coda fra le gambe...

Capitolo 4

Ritorno a casa


CITAZIONE
Ce l’avevo fatta, non so come ma ero riuscito a sopravvivere alle fauci dell’enorme bestia, mi sentivo invincibile come Highlander, ero convinto che nessuno sarebbe mai riuscito a sconfiggermi, finché un forte dolore al braccio mi riportò alla realtà.
Io:"Aaah, cazzo che male!"
Lo scontro infatti mi aveva provocato diversi graffi in tutto il corpo ed una dolorosa ferita al braccio sinistro, a malapena riuscivo a trattenere la sofferenza senza piangere come un bambino, quando mi accorsi che Venice era a terra priva di sensi. Con la maglietta e i jeans tutti strappati e ormai sfinito feci un ultimo sforzo e mi misi alla ricerca dei miei compagni di classe con la ragazza in braccio.
Fortunatamente non ci misi molto a trovare la mia classe,naturalmente erano tutti preoccupatissimi e non appena si accorsero della mia presenza, mi corsero incontro urlando strane parole delle quali non capivo il significato,ormai infatti ero quasi privo di sensi e posai Venice a terra.

Lei si svegliò subito dopo,appena in tempo per vedermi crollare a terra sfinito,non so cosa successe in quei venti minuti,molto probabilmente lei avrà spiegato a tutti quello che era successo.
Tutto quello che so e che mi svegliai penso una manciata di minuti dopo nella mia stanza d’albergo.
Vidi una figura angelica togliermi dalla fronte un panno caldo e darmi un bacio, per un istante ero convinto di essere in paradiso ma poi, le tante voci intorno a me mi riportarono alla realtà. I miei compagni erano tutti molto in ansia ma allo stesso tempo curiosi, evidentemente la storia che aveva raccontato Venice non li aveva soddisfatti, e volevano sapere di più su quel lupo e sul mio scontro.
Per tutto il viaggio di ritorno mi assillarono con continue domande finché Venice, spazientita, li cacciò via e dopo essersi seduta accanto a me, mi accarezzò i capelli con modi dolci e gentili. La brutta esperienza nella foresta l’aveva scioccata molto e quindi era cambiata radicalmente…beh a me la nuova Venice piaceva molto di più della vecchia e chi lo sa magari saremo potuti anche essere una bella coppia insieme…

Capitolo 5

Cambiamenti


CITAZIONE
E così dopo questa brutta esperienza, tornammo a casa, nel nostro piccolo paesino di periferia alla nostra vita normale di sempre, anche se sentivo che qualcosa stava cominciando a cambiare…
Bhe tanto per cominciare, la ragazza più carina della scuola, quella che fino a pochi giorni fa per me sembrava irraggiungibile, ora stava sempre insieme a me e tra di noi si stava sviluppando una certa sintonia, un sentimento molto al di là dell’amicizia.
Ma questo non era niente in confronto alle nuove sensazioni che stavo provando, sentivo infatti dentro di me delle sensazioni forti e la stessa euforia che avevo provato dopo il combattimento contro il lupo, continuava a pervadermi sempre di più, una sensazione di invincibilità e un istinto quasi animale stava prendendo il sopravvento sul mio carattere tranquillo.
Ero molto più suscettibile di prima e ogni tanto scoppiavo in attacchi d’ira, una strana rabbia perversa ed un desiderio di violenza a volte prendeva il controllo della mia mente e finivo per fare cose che prima del mio scontro con la bestia non avevo mai fatto.
Risse e scazzottate stavano diventando sempre più frequenti, anche all’interno della scuola, essendo Venice molto bella tutti erano invidiosi e mi attaccavano e provocavano per potersi mettere in mostra davanti a lei ma riuscivo a mettere tutti al tappeto e senza alcuno sforzo particolare.
Infatti non era solo la mia mente a cambiare, il mio corpo sembrava emanare una potenza incredibile e una resistenza oserei dire sovrumana, i miei pugni erano molto più potenti e riuscivo a correre senza affaticarmi mai.
Durante i miei numerosi scatti d’ira Venice mi stava sempre accanto e mi calmava quando perdevo troppo il controllo e così un giorno, in seguito ad uno di questi miei sfoghi, la baciai ardentemente con tanta passione come non avevo mai fatto fino a quel momento e quella che prima sembrava solo compassione o gratitudine, ora era vera e propria attrazzione fisica e a poco a poco io e lei finimmo per diventare una vera e propria coppia, di quelle che si vedono nei film...

Capitolo 6

Controllo



CITAZIONE
E così passò il tempo e la nostra relazione divenne una cosa sempre più seria, eravamo davvero una bella coppia, lei finalmente mi presentò alla sua famiglia, eravamo "fidanzati in casa", non avrei mai pensato di arrivare fino a questo punto con una ragazza, avevo finalmente messo la testa a posto. Dopo cene e incontri con le rispettive famiglie decidemmo di passare insieme un tranquillo weekend nel suo chalet in montagna.
Venice era veramente entusiasta all’idea di trascorrere tre giorni insieme a me da soli nello stesso letto, per l’occasione aveva comprato anche un completino intimo davvero niente male, se ci penso ancora adesso un brivido mi percorre la schiena.
Allora il venerdì mattina mi svegliai presto e con la mia 500 abart bianco panna l’andai a prendere sotto casa, suonai al campanello e, come al solito, lei non era ancora pronta. Stetti fermo in macchina ad aspettarla per un lasso di tempo interminabile, non so quanto tempo passai li fermo ma so solo che a un certo punto mi addormentai e nel mio subconscio ricordai come avevo vinto la mia nuova e fiammante 500 abart...
Tutto partì da un’idea di Venice che mi convinse a iscrivermi ad un corso di kick boxing per placare i miei continui scatti d'ira e anche se all'inizio ero piuttosto scettico decisi di accontentarla.
Nelle prime lezioni il coach mi insegnò a controllare la rabbia e a sfruttarla appieno negli incontri e, vedendo miei continui miglioramenti, decise di iscrivermi ad una piccola manifestazione sportiva dopo pochi mesi di allenamenti.
Vinsi il torneo con poco sforzo e allora insieme a lui decidemmo di iscrivermi ad un torneo di gran lunga più impegnativo e dopo altri mesi di duro allenamento giorno per giorno riuscii a migliorare sempre più la velocità e la potenza dei miei pugni.
Mi sentivo fortissimo e grazie a tutti gli allenamenti ero finalmente riuscito a sfogare tutta la mia rabbia contro il sacco che ogni tanto doveva essere cambiato perché finivo col sfogarmi troppo e col distruggerlo.
Il giorno della grande esibizione era arrivato, c’era un sacco di gente sugli spalti a fare il tifo per me: tutti i miei amici, i miei genitori e in prima fila c’era lei raggiante come al solito che mi sorrideva. Con un tifo così non potevo certo perdere, e infatti uno dopo l’altro stesi velocemente i miei avversari fino ad arrivare in finale.
Il mio avversario era almeno il doppio di me e con molta più esperienza, ammetto che avevo molta paura ma mi voltai e vidi mia madre col viso coperto dalle mani e accanto a lei c’era Venice sempre splendida nel suo sorriso.
Un bagliore mi aveva illuminato il cuore, grazie al suo sorriso e con lei dalla mia parte sentivo che non avrei mai potuto perdere, fui pervaso nuovamente da quella sensazione di invincibilità, davanti a me c’era una nuova bestia che mi braccava con la sua mole sovrumana ma sentivo di poterla battere come avevo fatto in precedenza con il lupo.
Iniziò l’incontro e con enorme agilità schivai ogni suo colpo e ad ogni colpo che schivavo, mi caricavo sempre più finché, pervaso dall’entusiasmo, cominciai a contrattaccare e in breve tempo e con pochi colpi lo stesi al tappeto.
Purtroppo però i miei colpi non bastarono per metterlo definitivamente K.O. e lui si rialzò e mi colpì con molta più velocità, ma io continuai imperterrito a schivare i suoi colpi per poi finirlo definitivamente con un violentissimo gancio destro che lo scaraventò contro le corde.
L’avversario era ormai privo di sensi e così io vinsi l’ambito primo premio, la mitica 500 abart nella quale adesso ero lì, con la testa sul volante a sognare quel mitico giorno di trionfo....

Capitolo 7

Casa dolce casa



CITAZIONE
Mi svegliai proprio in quell’auto appena in tempo per vedere lei, la donna dei miei sogni scendere le scale e venire verso di me, era talmente bella che ogni volta che il mio sguardo si incrociava con il suo mi trattenevo a fatica dallo svenire e dentro di me continuavo a chiedermi cosa avevo fatto per meritarmi tanta bellezza...
Dietro di lei il padre che si trascinava le sue valigie, è incredibile la quantità di vestiti e di oggetti "indispensabili" che le donne si portano dietro ad ogni viaggio, per quanto breve possa essere.
Scesi dalla macchina e diedi una mano al padre per caricare le valigie nel cofano, pensare che io mi son portato dietro solo una valigia piccolina con dentro le attrezzature da scii, la schiuma da barba e un paio di vestiti di ricambio...
Finalmente salimmo in macchina.
Venice:“E’ tanto che aspetti?”
Io: “Bhe a febbraio fanno 13 anni!”
Venice: "Non cambi mai eh? Sempre con le tue battute sarcastiche!"
Un sorriso spuntò sul suo volto e proseguimmo il viaggio tra risate e qualche piccolo bacio strappato nei pochi attimi in cui la macchina era ferma per il traffico o per i semafori.
Arrivammo a destinazione dopo poche ore e scaricate le valigie dal bagagliaio m’incamminai per andare ad aprire la porta di quello che sarebbe stato il nostro covo d’amore per quei pochi giorni.
Girai la chiave nella serratura ma il cancello non si aprì, era evidente che la chiave non era quella e allora provai con tutte le altre chiavi del mazzo ma nulla da fare, Venice aveva scordato la chiave del cancello a casa ma fortunatamente il cancello non era tanto alto e si poteva aprire da dentro il giardino.
Con molta sicurezza scavalcai il cancello in pochi secondi e le aprii la porta da dentro trascinandomi dietro quegli oggetti che non erano valigie ma macigni di pietra per quanto le aveva caricate.
Io: "Ma che diavolo ci hai messo dentro queste valigie? I sassi di Matera?"
Venice: " Scemo ci ho messo poche cose, il minimo indispensabile."
Io: " Sarà ma trovo un po' esagerato due valigie stracolme per un weekend"
Venice: "Ritieniti fortunato che gli scii erano già qua sennò non mi sarebbero bastate quelle due valigie".
Lei precedette il mio passo ed andò ad aprire la porta, una volta entrato fui pervaso da un incredibile alone di freschezza e libertà che avvolgeva l’intera casa, non avevo mai assistito a un tale spettacolo.
La casa era tutta ornata con mobili antichi di un qualche legno pregiato e arredata in modo divino, la cucina era tutta in marmo di Carrara e il divano in pura seta fiorentina, sui muri c’erano appesi quadri di ogni genere, copie di Picasso o Maunet erano appese in ogni stanza.
Salimmo le scale a chiocciola, non senza fatica, e giungemmo alla nostra camera, anche questa arredata con mobili antichi e uno splendido letto a baldacchino.
Posai le valigie sul letto e cominciammo a disfarle per prendere l’attrezzatura da scii, naturalmente nella sua c’erano oggetti di ogni genere che per lei erano “indispensabili” come piastre di diverse dimensioni o 5 paia di scarpe, per non parlare dei mille cosmetici...
Una volta trovato tutto l'occorrente indossammo l'attrezzatura e uscimmo fuori per dirigerci verso le piste…

view post Posted: 17/9/2011, 16:23 Piccoli frammenti d'insonnia - Fan ART & Fan Fiction
PICCOLI FRAMMENTI D’INSONNIA: AMBIZIONE
Questa è la storia di un giovane ambizioso, troppo ambizioso. Egli infatti non è mai soddisfatto della sua vita e di quello che fa, e con le donne; figuriamoci nessuna è alla sua altezza.
Ed ora eccolo lì molti anni dopo, ormai troppo vecchio per tornare indietro, nella sua villetta di campagna che si ascolta il suo CD preferito.
Si alza, va di fronte alla finestra e scosta un po’ le tende e quello che vede fuori non è che la rappresentazione di quello che ha lui stesso nel cuore: un cielo cupo e nero e un temporale, un temporale di emozioni che lo strugge dall’interno.
Si allontana dalla finestra e si accende il suo amato sigaro… com’era stato sciocco da giovane, quando aveva iniziato a fumare perché era convinto di poter smettere quando voleva e invece… eccolo li 70 anni dopo ancora schiavo di quello stupido oggetto.
Ormai troppo stanco anche per stare in piedi si lascia cadere sulla sua poltrona di velluto importato e sorseggiando un po’ d whiskey al partire della sua canzone preferita, scoppia a piangere come un bambino al quale hanno appena sottratto il suo giocattolo preferito, urlando a squarciagola le parole di quella maledetta canzone, convinto così di poter scacciare i fantasmi del suo passato…
“Non si può sorvolare le montagne… non si può spingere solo l’accelleratore… guarda un po’ ci si deve accontentare… qui si può solo piangereeee… e alla fine non si piange neanche più!!”


la storia è un po' triste ma..spero sia comunque di vostro gradimento :)
view post Posted: 17/9/2011, 16:17 salve a tutti - Benvenuti
asp francesco francesco... eri mica admiral aokiji?
view post Posted: 17/9/2011, 16:17 Ciao amici!! - Benvenuti
eh lo so.. sarà un anno almeno.. Non sento da una vita nemmeno zionick e mariello
view post Posted: 17/9/2011, 16:16 Hola ^^ - Benvenuti
bentornato donnieee
alla tua emoticon risponderei: E con il tuo spirito discepolo del topaismo
view post Posted: 12/9/2011, 10:56 Eccomi - Benvenuti
e puntiamo anche a trovare un mucchio di persone che sfottano ivan chiamandolo iva-chan :shifty:

comunque apparte gli scherzi, si ci vogliono persone ma soprattutto puntiamo a un punto dove ci si possa riunire e svagare e discutere sui più svariati argomenti
view post Posted: 12/9/2011, 10:54 Ciao amici!! - Benvenuti
ciau ellil.. ci siamo forse mezzi incrociati sul forum di zionick, benvenuta ^^
view post Posted: 9/9/2011, 15:18 Ci sono anch'io - Benvenuti
Salve ragazzi sono Ciaruz, ex founder di DS nonchè uno dei primi 3 membri che ha provato a costruirne le fondamenta con Iva-chan e Byakuya.. Che dire ho 20 anni e sono appassionato di anime e manga come Op, Naruto, Bleach, Death Note, Wolf's Rain e recentemente mi son letto anche Higschool of the Death che devo dire non è male... vabbè ho finito col mio monologo ci si vede nel forum :shifty:
view post Posted: 30/6/2010, 21:05 Pietro Taricone - Biografie
tu marco quando c'era il gf1 avevi 4 anni :shifty:
view post Posted: 30/6/2010, 20:26 Pietro Taricone - Biografie
mi sa che eri piccola quando c'era il gf1 :shifty:
19 replies since 31/1/2009